Un orologio è un orologio: ma il design?

23/12/2013

Arte Contemporanea



La serie di dialoghi tra Sam Baron e i designer di Fabrica prosegue con il creativo libanese David Raffoul. Sono molto lieto di ospitare questa stimolante conversazione, che ancora una volta esplora i diversi approcci culturali del mondo del design.

Ora che sei tornato in Libano dopo un anno intero a Fabrica, come vedi il tuo paese?
Riesco a vederne la bellezza da una nuova prospettiva. L’anno trascorso lontano, a Fabrica, mi ha aiutato a osservare cose che solitamente non avrei notato. Il Libano è un paese con grandi potenzialità e moltissime cose da dire. E Beirut è una città che non smette mai di sorprenderti, a prescindere da quanto tu la conosca.
Con Nicolas Moussallem, che ha frequentato insieme a te la scuola ALBA a Beirut, hai fondato l’agenzia di design david/nicolas, che rappresenta una nuova generazione di designer libanesi.

Quali sono i vostri obiettivi e progetti?
Il nostro campo operativo è molto ampio, lavoriamo sugli oggetti quanto sugli spazi, con clienti privati o aziende internazionali, come Vista Alegre Atlantis. Cerchiamo di elaborare idee nuove ed esclusive, con la convinzione che un nuovo carattere possa creare un nuovo oggetto.

I vostri rapporti con l’Italia si estendono anche alle collaborazioni con aziende italiane. Oggi l’orologio che avete disegnato per Diamantini e Domeniconi è disponibile nei negozi e sembra essere un regalo di Natale di grande successo! Qual era l’idea alla base di quel pezzo, in che modo l’orologio riesce a mostrare l’anima libanese in un oggetto quotidiano?
Disegnare un orologio per Diamantini e Domeniconi è stata una magnifica sfida, quella di mescolare l’identità del marchio con la mia personalità. Le proporzioni e le forme geometriche sono un modo per esprimere la mia anima libanese. In Libano, sia l’orologio, sia il TEMPO stesso sono preziosi.

Recentemente Fabrica ha lanciato Secret Collection per la Galleria Carwan presso il Museo Nazionale d’Arte di Beirut. Come è stata percepita l’interpretazione di Fabrica delle competenze artigianali del vostro paese?
Avevamo una visione internazionale ed era esattamente quello che ci serviva per vedere le cose diversamente. Di conseguenza, abbiamo progettato una collezione che descrivesse momenti e interpretazioni di fatti accaduti durante il viaggio, con la fusione di elementi estetici grazie ad uno spirito collettivo coerente. Fabrica è una sorta di “dream team” dove culture diverse si riuniscono per discutere lo stesso argomento; questo è stato il fattore determinante quando siamo arrivati a Beirut.