Mugs for all

02/12/2013

Arte Contemporanea



Ospito con piacere un breve dialogo tra Sam Baron, direttore creativo del dipartimento di Design a Fabrica, e una giovane designer portoghese del suo team, Catarina Carreiras, autrice di un progetto che mi ha colpito come esempio di creatività applicata a un oggetto comune.

Disclaimer: tra l’altro le tazze sono in vendita nei negozi United Colors of Benetton, e mi fa piacere riscontrare che stanno piacendo molto anche al pubblico.

Il design di un semplice oggetto quotidiano: com’è stato il tuo approccio?
Un semplice oggetto quotidiano è forse tra le cose più difficili da disegnare perché la semplicità è sempre difficile da raggiungere. Con Benetton il concept porta con sé gioco, divertimento  e un viaggio nella memoria: è un marchio che parla del mondo intero, di colori e di trame, di paesaggi e gente diversa. Di solito parto dalla complessità per raggiungere la semplicità. Così ho cominciato smontando complesse decorazioni tradizionali in piccole forme grafiche, che poi ho moltiplicato, allineato, con cui ho giocato un po’. Ho lavorato con forme e variazioni contemporanee della cartella colori Benetton: i verdi, i gialli, i rossi e i blue. Non c’è nulla di più universale di questo.

La mug è simbolo generazionale?
Può essere associata con un modo di vivere contemporaneo. Se guardiamo al passato il momento del tè o del caffè era un evento sociale, governato da regole e rituali, e soprattutto da oggetti di raffinata bellezza. Oggi le regole sono cambiate, eppure credo che la mug riproduca gli stessi paradigmi: tuttora è utilizzata durante una conversazione, a colazione o dopo una serata con gli amici, o durante chat online. Il tono è più informale rispetto al classico tea time, ma non lo definirei generazionale perché la mug non riflette nuovi rituali: rappresenta quella stessa condivisione familiare di semplici momenti insieme.

Può un semplice oggetto diventare un pezzo di design?
Assolutamente si… Una tazza può essere un oggetto molto noioso e ordinario, ma è anche come un’ottima tela e una scusa per disegnare qualcosa di diverso che la gente vuole avere e condividere con chi ama. Gli oggetti di design non sono fatti per i musei, ma perché la gente vi costruisca storie, piccoli dettagli quotidiani che tutti abbiamo in comune.

Come sposi l’estetica con l’utilità?
Non sono una product designer quindi per me l’utilità è una qualità molto astratta con la quale spesso combatto. Il mio obiettivo è di trasformare qualcosa definito come utile in qualcosa di esteticamente attraente.