Notizie (di primissima mano) dal Whitney Museum di NY!

18/04/2012

Arte Contemporanea



Adam Weinberg è il direttore del Whitney Museum of American Art: il Whitney, che si trova a New York, è uno dei più importanti musei al mondo dedicati all’arte contemporanea e ospita – solo per citare un nome fra i più noti – alcuni dei quadri più belli di Edward Hopper. Ho avuto il piacere di conoscere Adam in occasione di un viaggio a New York e da allora Adam è un lettore e sostenitore di questo blog, in nome della comune passione per l’arte contemporanea.

Per questo ha voluto mandarci uno scritto originale – interessantissimo – sul particolare momento di fermento culturale che il Whitney sta vivendo. Grazie, Adam! E buona lettura a tutti gli appassionati.

È un momento incredibilmente eccitante qui al Whitney. La nostra Biennale è cominciata da un mese con critiche entusiastiche, il che è piuttosto eccezionale per la Biennale del Whitney, che – come ben sapete – da sempre ha il coraggio di osare. Alcuni dicono che questa sia la migliore Biennale di sempre.

Roberta Smith sul New York Times l’ha definita “Una delle migliori Biennali del Whitney degli ultimi tempi […] una nuova ed esilarante tipologia di esposizione, una forma emergente di attività curatoriale, almeno per New York […] In un modo allo stesso tempo superbamente ordinato e aperto a diverse interpretazioni, densamente strutturato e, a prima vista, ingannevolmente di poche pretese, l’esposizione riesce sia a reinventare la tipica mostra targata Whitney Museum of American Art, sia a redimere un po’ il mondo dell’arte ormai fuori controllo e saturo di denaro […] È una mostra a flusso continuo […] Vengono garantite visite multiple, necessarie peraltro, per carpire il senso reale della ricchezza di questa mostra e l’estemporanea energia che conferisce al Whitney”.

É vero che la mostra conferisce al Museo un’incredibile energia, in particolare grazie agli eventi sempre differenti che si svolgono al quarto piano. Questa è stata forse l’idea più brillante avuta dai curatori, Elisabeth Sussman e Jay Sanders – quella di trasformare il quarto piano in un gigantesco palcoscenico dove ballerini, musicisti, artisti, cineasti, attori e commediografi possono trasformare lo spazio nel corso dell’esposizione. La sua evoluzione non si ferma mai, piena di sorprese per tutti noi, viva, con le opere d’arte che si materializzano davanti ai nostri occhi. Il pubblico ha un’occasione imperdibile per assistere al processo artistico durante la sua genesi.

Per le prime due settimane di marzo, la brillante coreografa Sarah Michelson ha inaugurato il palcoscenico della Biennale con la sua magnifica coreografia, Devotion Study #1—The American Dancer. Questa settimana, Michael Clark sta animando lo spazio con un’affascinante coreografia che mischia ballerini professionisti e non, con la musica della rockstar britannica Jarvis Cocker (lui e la sua band, i Relaxed Muscles, stanno suonando dal vivo questa settimana) e gli effetti luminosi di Charles Atlas, anch’egli, a tutti gli effetti, un artista della Biennale. Atlas occuperà lo spazio la settimana prossima con alcune scene tratte dal suo film, Ocean, un documentario sulle coreografie più ambigue di Merce Cunningham. Stiamo facendo conoscere tutti i momenti della carriera di dozzine di artisti che hanno realizzato collage, fotografie, installazioni, dipinti, sculture, film e video. Werner Herzog ha contribuito con un’installazione che rende omaggio alle incisioni del paesaggista olandese Hercules Segers, una toccante riflessione sull’ispirazione artistica.

Vi sono anche dei coloratissimi e straordinari dipinti di Andrew Masullo. Nicole Eisenman sta mettendo in mostra dei nuovi dipinti e una serie di monotipi, alcuni tra suoi i lavori più importanti ad oggi. In un tributo concepito da Robert Gober, una stanza è dedicata al lavoro del pittore visionario Forrest Bess. Un eccezionale, fortissimo gruppo di cineasti annovera tra gli altri: Thom Andersen, Kevin Jerome Everson, Luther Price, Kelly Reichardt, Wu Tsang, e Frederick Wiseman. L’intera mostra è dedicata alla memoria del grande Mike Kelley, i cui video dei Mobile Homestead, verranno proiettati a maggio. La Biennale andrà avanti fino ai primi di giugno; tutte le informazioni si possono trovare sul nostro sito www.whitney.org.

Spero che potrai presto trascorrere un po’ di tempo qui e ti ringrazio per spargere la voce fra gli altri amanti dell’arte contemporanea!
Un caro saluto,
Adam

Nicole Eisenman (b. 1965), Untitled, 2011. Mixed-media monotype, 24 3/4 x 19 3/4 in. (62.9 x 50.2 cm) each. The Hall Collection.
© Nicole Eisenman; courtesy Leo Koenig Inc., New York