Impact investment: il futuro della finanza sociale

27/01/2014

Economia



Sto seguendo con interesse gli sviluppi del cosiddetto impact investment, l’investimento che mira ad un ritorno sia economico che di beneficio sociale. In Italia se ne parla poco, anche se i primi prodotti sono già sul mercato. Il World Economic Forum se n’è occupato da poco e a fine anno si sono tenuti i primi incontri della task force voluta dal premier inglese Cameron in seno al G8, dove è presente la Commissione Europea e noi italiani siamo rappresentati da tre professionisti di alta caratura.

In questa prima fase, la task force sta valutando lo stato dell’arte e creando un vocabolario comune di obbiettivi e metriche. Siamo solo agli inizi: si sta cercando di imparare dal settore privato, per formare un sistema omogeneo in grado di facilitare l’imprenditore, ad esempio con i Social Investment Bonds o con la detassazione, come già succede proprio in Gran Bretagna. Anche in Italia le grandi banche stanno sperimentando con i primi fondi, con emissioni di obbligazioni sociali e competizioni dedicate all’innovazione sociale.

L’investimento d’impatto è una delle sfide più gratificanti per la finanza di oggi, ancora segnata dagli eccessi che hanno portato alla grande crisi: il suo ruolo centrale per la società è innegabile. Ora è il momento di impegnarsi per farlo diventare a somma positiva. Sono in gioco gli stessi valori dello Stato sociale, che da un lato deve affrontare le difficoltà di bilancio e dall’altro aprirsi al futuro senza perdere il ruolo di garante del bene comune.