Il PIL? Meglio il BES

23/04/2013

Economia



Ogni comunità, paese, società, aspira al massimo benessere per i suoi membri. Tuttavia, come mi è già capitato di menzionare in passato, il concetto di “benessere” è tutt’altro che semplice da descrivere. Gli economisti hanno trovato una parziale risposta nel Prodotto interno lordo, il valore totale dei beni e servizi prodotti all’interno di un paese. Ma, come in molti sostengono, il Pil non è necessariamente “misura di tutte le cose”.

Negli ultimi vent’anni sono state elaborate numerose alternative che pongono l’accento su temi a me cari, come la sostenibilità. Un recente esempio di successo viene dall’Italia e si chiama Bes (Benessere equo e sostenibile), un indice elaborato da Istat e Cnel, che tiene conto di molte dimensioni, tra cui la salute, l’ambiente, l’istruzione e la formazione.

Si tratta di uno sforzo tutto italiano per liberarci dalla “dittatura” del Pil – un indice comunque indispensabile –, e che va ad aggiungersi ad altri indicatori già sperimentati e “rispettati” a livello internazionale, come il Gpi, (Genuine progress indicator), l’Index of sustainable economic welfare o l’Happy planet index.

L’idea che li accomuna, e che continuo a sposare con convinzione, è che esistano diversi tipi di crescita: quella verso cui dobbiamo orientarci non è ottenuta salendo sulle spalle dei nostri figli e affossandone le prospettive, ma ponendo le basi perché vivano un futuro soddisfacente almeno quanto il nostro presente.