Dragon Boat Festival

26/07/2016

Economia



Qualche giorno fa, mentre in tutti i mercati palpitavano le quotazioni in borsa, quella Cinese era silenziosa. Hong Kong, la Cina e Taiwan quel giorno remavano, non contro i flutti dei capitali, ma sulle affilate canoe, le barche del Drago, in occasione della tradizionale e coloratissima festa nazionale. Il Dragon Boat Festival è in effetti spettacolare, la Cina si ferma per una settimana circa, per la festa che cade ogni anno il quinto giorno del quinto mese del calendario cinese.  E con lei anche le borse.

Un giorno di respiro, hanno pensato gli analisti che, a guardare le statistiche da lontano, allargano le braccia di fronte ad una caduta quasi verticale delle borse cinesi che non sono ancora riuscite a pareggiare i picchi registrati nel giugno 2015.

La Cina dei capitali è ancora nel guado, osserva l’FT. Eppure mentre la osservo remare sul fiume Azzurro, non si direbbe. In quei giorni la grande Cina ricorda con l’orgoglio nazionale il patriottismo di Qu Yuan, il poeta che, pur di non vedere la propria patria in mano ai nemici, si tolse la vita nel fiume Miluo. La leggenda dice che la gente lanciò a massima velocità le tradizionali canoe con la prua a forma di testa di drago sul fiume pur di salvarlo, ma i tentativi furono vani. La festa che viene anche chiamata festa di Duen ng o di Duanwu potrebbe avere origini ancora più antiche legate per esempio al solstizio d’estate.

La festa diventa un’occasione di competizione, la barca del drago più grande, più lunga, più veloce. Nei fiumi della Cina meridionale, insieme a quelle delle canoe, si tiene anche la folkloristica gara sul bamboo: una straordinaria prova di abilità e destrezza, in piedi su lunghi pali di bamboo con l’aiuto di un remo si naviga sulle acque del fiume. Mentre gli astanti gustano i tradizionali zongzi, fagottini di riso al vapore ripieni di fagioli, sventolano bandiere e percuotono chiassosi tamburi.

Che tacciano o meno le borse dei capitali, la Cina non smetterà mai di remare.