Discontinuità, coraggio, cambiamento

16/03/2016

Economia



In un dialogo con Claudio Cerasa, direttore de Il Foglio, offro il mio punto di vista da imprenditore sulla fase cruciale che l’Italia sta vivendo.

Mi auguro che gli anni a venire siano indirizzati dal governo Renzi per completare quanto di buono è stato fatto finora, con riforme di buon senso, e magari ancora più coraggiose. Per una nuova stagione di crescita occorre un patto imprenditori-governo su giustizia, tasse, produttività, burocrazia. Il Governo costruisca le condizioni che permettano agli imprenditori di liberare le proprie energie.

Negli ultimi anni, l’Italia è tornata a essere un paese che riesce a catturare un maggior numero di investitori stranieri rispetto al passato, lo vedo ogni giorno lavorando con 21 Investimenti. E certamente in questo ha giocato un ruolo decisivo il clima di stabilità che si è creato. Tuttavia, non posso non riconoscere che il nostro paese abbia ancora un grave deficit sul terreno della produttività.

Il mercato è oggi più veloce, è più snello, i consumatori cambiano idea a grande velocità, i modelli organizzativi sono stati stravolti, il lavoro cambia con una rapidità mai vista prima, alcuni vecchi lavori sono stati spazzati via a una velocità sorprendente. Il cambiamento è un imperativo, e questo vale tanto nel mondo dell’imprenditoria quanto in quello della politica.

Credo perciò sia un bene che ci sia una classe dirigente al governo molto giovane, de-ideologizzata, per certi versi incosciente che non si vergogna – tratto che trovo positivo, non negativo – di cambiare qualche volta idea. Non mi pongo il tema se questo governo sia di destra o di sinistra, ma mi interessa ciò che fa. E sono convinto che ci siano delle cose che più passa il tempo e meno è probabile che vengano fatte. Economicamente parlando, oggi possiamo dire che il peggio è passato ma il meglio non è ancora arrivato.