Alberi assicurati

25/02/2016

Economia



Il degrado del territorio erode ogni anno una superficie di quasi tre volte la Svizzera, cioè ogni anno l’umanità deve rinunciare a terra coltivabile, campagne e boschi che l’incuria, l’eccessivo disboscamento regalano alle inondazioni o alla desertificazione. Ignavia che ci costa, secondo le analisi della Convention sulla desertificazione delle Nazioni Unite (UNCCD), cinquecento miliardi di dollari US all’anno. Segno di un fallimentare atteggiamento dell’economia globale: l’assunto che il territorio sia una risorsa di scarso valore, disponibile sempre. Dogma che solo di recente è stato scalfito e poi messo in discussione dal vertice di Parigi del 2015.

Ha fatto suo il principio esattamente contrario la principale compagnia assicurativa agricola sud africana, Santam. Una storia di business raccontata dal The Guardian che è anche la storia di 1 milione e mezzo di persone che abitano nei pressi di Port Elizabeth e che per anni hanno dovuto sopportare inondazioni. Una situazione come tante nel mondo: una città che in pochi anni si espande, la popolazione raddoppia, i cambiamenti climatici che provocano violentissimi fenomeni temporaleschi, condiscono una crescita mal governata. Per esempio, i pascoli che dal 1900 erano cresciuti a dismisura grazie a sovvenzionamenti governativi avevano provocato danni al territorio: gli allevatori per proteggere le loro greggi modificavano il corso dei canali, disboscavano incontrollati. Risultato territorio degradato, campagne e raccolti esposti ad un altissimo rischio di inondazione.

Dal 2008 un’organizzazione no profit locale lavora per ristabilire il precario equilibrio ambientale coinvolgendo agricoltori e allevatori, autorità locali e aziende. Ed ecco che entra in scena Santam, primo assicuratore locale del settore. Non semplicemente per valutare i rischi ambientali, che è il suo mestiere principale, ma per intervenire attivamente per ridurli. Piantando alberi.

L’associazione no Profit e Santam ad oggi hanno piantato 3,7 milioni di alberi, restituendo alle campagne di Port Elizabeth i terreni in degrado e proteggendo quelli a rischio. Piantare alberi non è il loro lavoro e i vertici della compagnia assicurativa ci tengono molto a metterlo in chiaro, il loro core business è comprendere il rischio. E non è poco. Anzi forse è proprio questa la chiave del cambiamento per salvare il nostro fragile pianeta: comprendere il rischio.