14 Rooms e Art Basel: una performance collettiva tra spazio, tempo e fisicità

01/07/2014

Arte Contemporanea



Per il mondo dell’arte contemporanea Art Basel è un appuntamento imperdibile: e quest’anno c’è un motivo in più per visitarla: 14 Rooms di Hans- Ulrich Obrist. Il celebre curatore svizzero, qualche volta vi parlerò del suo ciclo di interviste, organizza un’installazione collettiva di quattordici artisti cui è stato chiesto di esplorare il rapporto tra spazio, tempo e fisicità con altrettante performance.

I nomi degli artisti che hanno partecipato sono di primissimo piano: tra gli altri Allora and Calzadilla, Ed Atkins, Damien Hirst, Roman Ondák, ma soprattutto una vecchia conoscenza di Fabrica, Marina Abramović. 

Era passata a trovarci qualche anno fa per tenere un indimenticabile workshop, e di lei avevo parlato per il suo nuovo Museo della performance. Marina a 14 Rooms presenterà Luminosity, dove una performer seduta su un sellino di bicicletta fissato a un muro inondato di luce ci permetterà di confrontarci con i temi della solitudine e dell’ascesi spirituale. Damien Hirst invece riproporrà un suo lavoro del 1992 intitolato Hans, Georg, in cui due gemelli siedono di fronte a due identici dipinti. Mentre Swap, di Roman Ondak chiederà al performer di sedersi a un tavolo e scegliere un oggetto: una volta entrato il pubblico nella sala il performer chiederà ai visitatori di scambiare quell’oggetto. Con cosa? Con quello che vogliono, quello che hanno in tasca in quel momento, quello che desiderano scambiare. 

Per chi è lontano da questo mondo è forse complicato decifrare la performance art, ma in realtà è tutto molto semplice: non c’è niente da decifrare. È emozione pura cui si abbina un significato da trovare, differente per ognuno di noi. L’unico requisito: essere ricettivi e aperti al mondo.