Youth G20: tra cittadinanza globale e sviluppo sostenibile

18/08/2014

Economia



Credo molto nelle possibilità che hanno le nuove generazioni di cambiare il mondo: anche in passato abbiamo affrontato il tema proprio qui sul blog. Non ho mai pensato che la Generazione Y, quella dei Millennials, fosse fatta di sfaticati, anzi. Vedo continuamente giovani di talento che hanno voglia di fare, ad esempio i ragazzi italiani che hanno partecipato allo Youth G20, il summit dei giovani della Terra tenutosi a Sydney nel mese di luglio.

Hanno partecipato delegati da diciannove Stati, under 30 coraggiosi, che hanno avuto la forza di volontà per opporsi alla crisi e trovare nuove strade per crescere. Sono loro il futuro di questo Paese: anche se forse la dimensione nazionale è riduttiva per loro, sono cittadini globali, costruiranno il loro domani in un mondo sempre più connesso, sempre più unito.

Tra i tanti temi portati avanti dalla delegazione – incentivi all’occupazione giovanile, investimenti in tecnologia, lotta alla corruzione – mi ha colpito particolarmente l’importanza data alla cittadinanza globale con la proposta di un visto di lavoro internazionale. E in fondo è naturale che sia così: quella del G20 dei giovani è una generazione cresciuta in un mondo di barriere che crollavano, per la quale i confini hanno sempre meno ragione d’essere. Perché in fondo, l’umanità è una sola. C’era chi l’aveva capito per tempo, come Albert Einstein: quando gli chiesero la “razza” di appartenza rispose: “Io appartengo all’unica razza che conosco, quella umana”.