Something Resembling Truth

02/11/2017

Arte Contemporanea



Fino al 10 dicembre alla Royal Academy di Londra sarà possibile vedere la più grande retrospettiva di Jasper Johns mai realizzata in Europa. Una splendida mostra, quella del pittore americano divenuto celebre per le serie delle Bandiere e dei Bersagli.

La sua prima personale a New York risale al 1958 e da allora Johns ha occupato una posizione centrale nel panorama artistico americano per quella sua grande capacità di annullare il significato che normalmente si conferisce agli oggetti, dando loro nuove attribuzioni e nuova dignità artistica. Johns si sofferma infatti, prevalentemente, su oggetti anonimi, sui luoghi comuni, ed è proprio il suo interesse per il quotidiano e la sua capacità di trasformare gli oggetti di questi mondi in icone e simboli, che gli hanno permesso di segnare una nuova direzione in un mondo d’arte che era dominato dall’espressionismo astratto. Quello che lo ha reso eccezionale, in un certo senso, è stato “semplicemente” fare qualcosa che nessuno aveva mai fatto prima.

Una delle sue opere più significative e conosciute è Flag, la sua personalissima versione della bandiera statunitense fatta con una tecnica pittorica tanto antica quanto complicata, l’encausto (che in greco significa ‘bruciato’); l’utilizzo di pigmenti colorati misti a cera, stesi e poi rifiniti in superficie con arnesi metallici scaldati. Una tecnica capace di conferire solennità e accrescere il valore degli oggetti semplici e comuni scelti da Johns per le sue rappresentazioni; un modo per dare un significato artistico a tutti i livelli.

E Johns, un’artista che non ha mai avuto bisogno di classificazioni – che anzi le ha sempre rifiutate (anche se i più lo inseriscono nel movimento New Dada accanto a Rauschenberg, entrambi vicini al Nuovo realismo francese, furono gli apripista della pop art) – e che non ha mai sentito il bisogno di spiegarsi, di razionalizzare il proprio lavoro.

“One hopes for something resembling truth, some sense of life, even of grace, to flicker, at least in the work”, ha detto qualche annno fa. E non a caso la mostra di Londra titola Something Resembling Truth, qualcosa che assomiglia al vero, una riflessione sull’arte, su quello che essa può darci o che sembra darci, sulla restituzione di una realtà che può essere diversa. Da non perdere.