No pain, no gain

30/07/2012

Sport



La tenacia è la capacità di non arrendersi davanti alle difficoltà, la forza che ci spinge a restare fedeli a noi stessi anche quando tutto sembra remare contro. Le biografie che più mi affascinano sono proprio quelle che raccontano di persone che hanno compiuto imprese che già sarebbero straordinarie per chiunque e che lo sono a maggior ragione per chi è partito da uno svantaggio, da una difficoltà, da un destino che sembrava già scritto.

Come quella di Bethany Hamilton, una ragazza hawaiana di 22 anni che, quando ne aveva solo 13, è stata vittima di un terribile incidente: mentre praticava il suo sport preferito, il surf, è stata aggredita da uno squalo che le ha portato via il braccio sinistro. Una tragedia cui pochi sarebbero riusciti a reagire, soprattutto considerata la giovane età. Eppure, solo un mese dopo l’incidente, Bethany era già in acqua, sulla sua tavola da surf, pronta a riprendere in mano la sua vita, il suo futuro, i suoi sogni.

Da quel giorno la vita di Bethany Hamilton è stata un susseguirsi di vittorie e medaglie, di soddisfazioni dal punto di vista umano e sportivo. È diventata una delle più promettenti surfiste professioniste a livello mondiale, come dimostra il secondo posto raggiunto nel 2009 ai mondiali under 20.

Se foste interessati ad approfondire la sua vicenda, potete leggere la sua autobiografia Soul Surfer, scritta da Bethany nel 2004 a soli 14 anni, o guardare l’omonimo film che ne è stato tratto.

Quella di Bethany è una storia di coraggio. Lo sport, ancora una volta, è (anche) un’efficacissima metafora di vita e fonte di ispirazione: no pain, no gain, nessun risultato senza fatica. Nello sport, nel lavoro, nella vita.