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La malattia delle banane

Un fungo sta annientando le piantagioni di banane Cavendish in gran parte delle aree coltivate dell’Asia e dell’Africa. Ora minaccia il Sud America. A dare l’allarme oltre ai produttori anche la FAO.  Per ridurre al minimo la possibilità di contagio quest’anno si è persino scelto di cambiare all’ultimo momento sede dell’annuale convegno internazionale dei produttori di banane che hanno scelto di incontrarsi a Miami.  Prima preoccupazione salvare le piantagioni del sud America che vale 36 miliardi di dollari di banane all’anno e produce quello che è considerato un alimento primario, insieme al grano e al latte, per molte delle popolazioni locali.

Stando alle stime della FAO riportate dai giornali internazionali, ma anche in Italia, in Europa e USA si consumano circa 12 chili di banane a testa all’anno.  Non fatico a crederlo. Il problema è che il Fusarium oxysporum, il fungo che infetta le piantagioni si diffonde rapidamente passando da una pianta all’altra, favorito dalle inondazioni e dal commercio. Questo fungo oltre a mettere in ginocchio i produttori di banane in molte parti del mondo, rischia anche di affamare milioni di persone che traggono da questo frutto un terzo delle calorie giornaliere.

Il mondo dei produttori sta muovendosi compatto e non è la prima volta che deve fronteggiare un così temibile nemico. Negli anni 50 la stessa malattia portò all’estinzione della varietà di banana allora più diffusa per sostituirla con la Cavendish che per molto tempo risultò più resistente al parassita. Ma nel tempo il Fusarium si è evoluto ed ha cominciato anche ad attaccare la Cavendish. Questo fungo aggredisce le radici e fa avvizzire la pianta riuscendo inarrestabile ad annientare piantagioni intere in pochi anni.

Ora la strada è quella delle biotecnologie, per trovare la giusta combinazione di banana resistente alle malattie. Ancora, avvertono gli esperti siamo lontani dall’avere una pianta completamente immune. Dunque con se la cavendish dovesse estinguersi non vi è al momento alcuna varietà in grado di sostituirla.  I laboratori di Taiwan stanno mettendo a punto la varietà GCTCV-219.  Non certo un nome attraente, ma se vincerà questa sfida contro l’insidioso fungo, c’è da scommetterlo la sbucceremo lo stesso.

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