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Il riconoscimento facciale è già tra noi

Il riconoscimento facciale? È una tecnologia che esiste già da un po’, ma che è improvvisamente diventata più potente e, soprattutto, alla portata di tutti. Questo perché a febbraio in Russia è stata lanciata FindFace, una app per smartphone che permette di risalire all’identità di una persona attraverso il suo volto. Una sorta di motore di ricerca del mondo reale per le persone: è sufficiente scattare una foto con il telefono cellulare, e l’applicazione ci dirà di chi è quel volto, con notevole precisione, confrontando la foto con le immagini dei profili su VKontakte, il maggiore social network russo, che conta circa 200 milioni di utenti.

Quanto è affidabile questa applicazione? Molto, se si pensa che in un test, FindFace ha identificato correttamente il 70% delle persone presenti sulla metropolitana di San Pietroburgo.

Tecnologie di questo tipo ci ricordano quanto l’innovazione sia imprescindibile e inarrestabile ma ci pongono anche di fronte a una serie di quesiti inevitabili.

L’applicazione è già stata scaricata circa 650.000 volte ed è stata utilizzata per eseguire più di 3 milioni di ricerche, alcune delle quali ovviamente con fini più che discutibili.

FindFace è stata infatti utilizzata anche per identificare e perseguitare donne che lavorano come prostitute, informando i loro amici e parenti sulle loro attività. E questo è solo un esempio… che culmina nell’ipotesi che FindFace possa essere usata da un regime autoritario per individuare i partecipanti a una manifestazione anti-governativa… altro esempio.

Tom Standage, Vice Direttore dell’Economist, riflette proprio su questo e sottolinea come FindFace possa diventare uno strumento “perfetto” per stalker e psicolabili, pur mantenendo la consapevolezza degli enormi benefici che questa tecnologia potrebbe portare a diversi livelli, come il suo utilizzo per individuare testimoni e sospetti da immagini raccolte su scene del crimine, o aiutare a trovare persone scomparse. Spostandoci su un altro piano questa tecnologia potrebbe un giorno permetterci di utilizzare il nostro stesso volto al posto di una password… non male, certo.

Credo che, aldilà dei dilemmi etici e normativi assolutamente doverosi, ci toccherà comunque fare i conti con questa tecnologia, che inevitabilmente e in tempi brevi entrerà nella nostra vita. Potrebbe forse essere il culmine, nonché la chiusura del dibattito sulla privacy nell’era digitale? Staremo a vedere.

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