Human rights, human wrongs: fotografia e diritti umani a Londra

13/01/2015

Arte Contemporanea



Mi ha colpito fin dal titolo la mostra “Human Rights, Human Wrongs” in programma a Londra dal prossimo sei febbraio presso la prestigiosa Photographers Gallery. L’esposizione abbraccia un arco temporale che va dal 1945 fino ai primi anni ’90, cercando di presentare gli eventi in un contesto globale e non come schermaglie isolate, ma come parti di un tutto. Eventi e rivoluzioni a macchia di leopardo, in un mondo che stava, per fortuna, cambiando.

Sono tutti scatti provenienti da reportage leggendari, immagini entrate nella memoria collettiva, immagini a volte terribili, a volte piene di speranza, sempre e comunque impossibili da dimenticare. Sono immagini che hanno contribuito a sconfiggere il razzismo e la segregazione razziale negli Stati Uniti: e infatti troviamo gli scatti di Bob Fitch che ritraggono Martin Luther King in Alabama, o di Charles Moore, altro grande protagonista dei reportage fotografici in epoca di lotte per i diritti civili.

Ma non ci sono solo gli Stati Uniti degli anni sessanta, anzi. In mostra troveremo anche le immagini storiche della fine del colonialismo africano, firmate per esempio da Robert Lebeck in Congo, nel 1960, in un reportage che chiamò profeticamente “Africa anno zero”. E spostandoci ancora di continente, verso l’Europa, troveremo le immagini della Primavera di Praga, nel 1968, quando l’Unione Sovietica invase la Cecoslovacchia. Un’esposizione che ci ricorda come un’immagine possa davvero cambiare il mondo.