Auto a guida autonoma e carrozze

24/02/2017

Economia, Filosofia



Ha suscitato un gran clamore il primo incidente mortale avvenuto in Florida la scorsa primavera a bordo di un auto a guida autonoma, perché ci ha svelato quello di cui tutti un po’ avevamo paura e cioè che anche questa tecnologia non è infallibile, come tante altre alle quali però magari, negli anni, ci siamo abituati.

La guida autonoma è un sistema per cui la macchina sterza da sola, resta in carreggiata, frena, accelera… guida, come faremmo noi o come potrebbe fare un nostro ipotetico autista. Si tratta però, ad oggi, di una funzione d’assistenza che non si sostituisce completamente al guidatore, il quale deve sempre tenere le mani sul volante ed essere pronto a intervenire in situazioni di emergenza. Una modalità di guida semi automatica, per cui l’intervento umano è ancora determinante, ma che potrebbe davvero semplificarci la vita, accorciando le distanze eliminandoci la fatica.

Ma sarà sicura? Potrà convivere con le altre vetture? Sarà necessaria una rimodulazione dell’infrastruttura stradale? È chiaro che i timori nei confronti di questa tecnologia ci siano e ci tormentino. Al riguardo ho letto recentemente una riflessione di Tom Standage, firma dell’Economist, su come la storia delle prime automobili possa insegnarci qualcosa proprio su questo.

Standage sostiene che le domande che ci poniamo oggi su questo nuovo tipo di auto siano le stesse sollevate un secolo fa, quando le prime macchine hanno cominciato a correre sulle nostre strade e con loro si assisteva anche ai primi incidenti. Un secolo fa quindi le persone erano convinte di non poter affrontare una rivoluzione simile ma poi col tempo hanno cominciato ad accettarne i rischi rispetto ai vantaggi, soprattutto in virtù del fatto che nessun mezzo può essere sicuro al 100%, non lo erano i cavalli né i treni. Anche asfaltare tutte le strade sembrava una follia e i costi per farlo insostenibili. E poi… è successo e ce ne siamo abituati.

Allo stesso modo, un giorno, le auto a guida autonoma potranno sembrarci normali automobili, come quelle che abbiamo sempre usato… oppure chissà cos’altro diventeranno, quali forme assumeranno. Staremo a vedere, le nostre vite in trasformazione e con esse le nostre abitudini e gli strumenti che utilizziamo per vivere e muoverci.

Intanto, resta aperta un’altra questione, quella sulle regole di sicurezza che queste auto dovrebbero seguire. Semplificando: se ad esempio si stesse per investire un pedone, l’auto dovrebbe fare di tutto per evitarlo a costo di mettere in pericolo la sicurezza del guidatore? Chi può decidere cosa è più “importante” o giusto? Domanda che ci pone di fronte ad un “dilemma etico” di cui i futuri programmi di guida autonoma dovranno sicuramente tenere conto.