Giovedì sarò ospite al Meeting di Comunione e Liberazione a Rimini. Durante l’incontro si parlerà soprattutto dei giovani, delle loro difficoltà a trovare un lavoro stabile e a immaginare un futuro solido.
Sono convinto che il tema della disoccupazione giovanile sia cruciale per le sorti della nostra società. È un’urgenza che tutti riconoscono ma per la quale non si fa mai abbastanza. I dati e le statistiche ci restituiscono uno scenario preoccupante, in continuo peggioramento. Secondo una stima dell’Ilo (International Labour Organization) in tutto il mondo i disoccupati sotto i trent’anni si aggirano attorno ai 100 milioni. E l’Europa, come sappiamo, non è certo immune da questa “malattia”.
Nonostante la preparazione e gli studi – non dimentichiamo che probabilmente questa è la generazione più scolarizzata della storia – gli under trenta di oggi fanno fatica a trovare un mercato del lavoro in grado di valorizzarli adeguatamente.
Tutto questo è un danno non solo per loro, ma per la società nel suo complesso: una società che avrebbe quanto mai bisogno di nuove energie e sensibilità per reinventarsi, per trovare nuovi modi di immaginare il proprio futuro. E che non si rende conto che il nuovo, che in molti fanno ancora fatica a immaginare, è già lì che aspetta, tra le file di una generazione trascurata, pronto a essere tradotto in realtà.
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