Seneca e il tempo delle nostre vite

28/04/2015

Filosofia



Come usiamo il nostro tempo? Una domanda di quelle importanti. Che ci chiedono di rallentare un attimo – o magari anche qualche minuto… – insomma, una di quelle domande che ci costringono a fermarci. Perché no, tenendo lontano smartphone, tablet, computer, per ricominciare a fare qualcosa che nell’epoca della distrazione ci è sempre più difficile: riflettere. Se però avete voglia di ascoltare qualche buon consiglio, Lucio Anneo Seneca ha già pensato a voi circa duemila anni fa.

Per Seneca il tempo è la nostra vita, ed è un tempo che – dobbiamo ricordarlo sempre – non è infinito. Per questo motivo è nostro dovere usarlo al meglio. In sostanza Seneca, come tutti i grandissimi filosofi dell’antichità, sosteneva sul tempo un concetto di una semplicità disarmante: ovvero che la nostra vita fosse lunga più a che sufficienza, ma che spesso fossimo noi a sprecare il nostro tempo, credendo erroneamente di averne in abbondanza, qualche volta – soprattutto da giovani – all’infinito.

Il pensiero di Seneca è attualissimo ancora oggi, e i suoi testi possono essere terapeutici anche nel nostro tempo. Pensate per esempio alle Lettere a Lucilio, la cui più celebre recitava nelle prime righe: “Fai così (…) rivendica te a te stesso, e il tempo che finora ti veniva preso o sottratto oppure sfuggiva via, tienlo stretto e custodiscilo. Persuaditi che è proprio così come ti scrivo: parte del tempo ci viene sottratta, parte rubata, parte va dispersa”.

Prenderci cura del nostro tempo equivale a prenderci cura di noi stessi, perché il modo con cui spendiamo il nostro tempo è il modo con cui spendiamo le nostre vite. Il nostro tempo è la cosa più preziosa che abbiamo, e un giorno non ne avremo più. Un consiglio arrivato di duemila anni fa, valido anche in questo tempo, non pensate?