IL PELLEGRINAGGIO DI ANNIE LEIBOVITZ

19/02/2015

Arte Contemporanea



Proseguirà fino a fine febbraio presso la New York Historical Society la mostra di Annie Leibovitz intitolata Pilgrimage. È una mostra che ha segnato un cambiamento rispetto alle opere che siamo abituati ad ammirare della Leibovitz, straordinaria ritrattista: ad essere esposti infatti non sono i classici shooting in studio commissionati da riviste e clienti pubblicitari, bensì “quel che rimane” di celebrità scomparse da tempo.

Celebrità visitate per l’appunto come in un pellegrinaggio dalla Leibovitz, che non potendo prendere appuntamento per scattare Elvis Presley, Sigmund Freud o Emily Dickinson – tra i tanti della mostra – ha scelto di proseguire su un delicatissimo percorso del ricordo fotografico, raccontando con le sue immagini le tracce che ancora oggi vediamo dal passato di varie celebrità. Il risultato esposto è decisamente differente dal consueto stile della Leibovitz, sempre raffinatissimo, a volte sfarzoso, altre volte elegantemente barocco.

In questo caso, per Pilgrimage, le immagini sono volutamente fredde, apparentemente semplici e poco costruite. Non ci sono volti di personaggi cui concentrare l’attenzione, ma solo oggetti. Così vediamo il televisore cui sparò Elvis Presley, oppure l’abito appartenuto a Emily Dickinson o il divano di Freud. Reliquie, ricordi, brandelli di passato giunti intatti fino a noi che raccontano mille storie: basta avere gli occhi giusti per leggerle.