Scarsità di risorse? Le aziende possono aiutarci

16/01/2013

Economia



C’è, in particolare, una sfida che attende il mondo intero e che sembra impossibile da vincere: il divario tra il passo della crescita demografica e la capacità di produrre cibo e risorse su scala mondiale. C’è chi ha calcolato che per mantenere lo stile di vita attuale, i nove miliardi di abitanti della Terra nel 2050 avrebbero bisogno delle risorse di altri due pianeti. Apparentemente, un rompicapo senza via d’uscita.

Per questo mi ha fatto piacere leggere le parole del “nostro” Gian Carlo Moschini, professore di economia alla Iowa State University. Per Moschini, la soluzione al problema del sovrappopolamento ha un nome, anzi due: Ricerca & Sviluppo. Le imprese private sono capaci di produrre innovazione nella direzione della sostenibilità. Lo fanno per interesse, naturalmente: ma il loro interesse può (deve) coincidere con quello generale.

Moschini, per esempio, cita le potenzialità ancora inespresse dei biocarburanti. A me, invece, è venuto in mente il caso Philips, che nel 2009 ha brevettato una nuova lampadina che consuma meno di 10 watt per produrre la stessa luce delle vecchie lampadine a incandescenza da 60 watt e dura molto di più: gli effetti positivi sono un minor consumo di energia e una minor produzione di rifiuti.

Insomma, le aziende sono in qualche modo obbligate a investire in ricerca scientifica per ideare prodotti che consentano loro di prevalere sulla concorrenza, ma nel fare questo possono portare un concreto miglioramento nella vita delle persone: favorendo uno sviluppo più sostenibile, ma anche prestando la massima attenzione alla salute e alla sicurezza del consumatore. La celebre mano invisibile di cui parlava Adam Smith tornerebbe così a svolgere la sua funzione – magari aiutata da quell’altra mano, meno misteriosa, messa in campo da istituzioni determinate a favorire il cambiamento.