La storia di Luigi Borgato è una storia bellissima, di passione e incoscienza anche; la storia di un grande amore per la propria professione, scelta con precisione in gioventù, inseguita e affinata negli anni con una tenacia e dedizione di raro valore.
Luigi Borgato è nato a Padova e vive a Vicenza; da ragazzino si appassiona allo studio del pianoforte ma non solo della sua musica, bensì della sua meccanica; è quello che lo affascina di più. Costruirne uno diventa quindi una sorta di missione ma il percorso non è semplice; il pianoforte è stato infatti inventato in Italia (dal padovano Bartolomeo Cristofori nel 1698) ma non esiste nel nostro Paese una tradizione della produzione di questo strumento.
Borgato allora inizia a scrivere ai maggiori produttori europei alla ricerca di una scuola, un corso, qualcuno che possa insegnargli a costruire un pianoforte, un lavoro artigianale di estrema precisione e difficoltà, un mestiere d’arte per essere precisi.
Da Berlino finalmente arriva una risposta positiva dalla fabbrica di pianoforti Bechstein che lo invita in visita da loro per vedere da vicino come lavorano; due giorni dopo Borgato è lì, non perde tempo e insieme alla fidanzata parte. Passano 5 anni, tra Berlino, Norimberga, Stoccarda per imparare e capire come realizzare un pianoforte e dove recuperare tutto quello di cui aveva bisogno per farlo.
Borgato il mestiere lo impara, raggiungendo un livello unico nel suo genere e innestando nella tradizione elementi di innovazione che lo rendono un grande artista: realizza un pianoforte gran coda da concerto dotato di quattro corde percosse per nota da metà tastiera agli acuti (44 tasti): è il Borgato L 282 che viene brevettato nel 1991. Nel 2000 è la volta del Doppio Borgato L 282 – P 398 costituito da due pianoforti gran coda da concerto sovrapposti. Poi, dopo dieci anni di esperimenti, studi e ricerche vede la luce anche il Gran Prix 333, uno strumento di tre metri e trentatré centimetri contro una media di due metri e settanta-due metri e ottanta: il pianoforte più lungo del mondo.
Al Sole 24 Ore ha detto: “La vita ci apre qualche volta strade sconosciute e poi crea le condizioni perché ci appartengano”. E poi ci vuole una grande forza interiore e una passione smisurata per scardinare le vie che tutti hanno sempre perseguito e raggiungere l’eccellenza, dico io.
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