Moreno Pesce e le sue gare estreme in montagna, tra coraggio e pazzia

11/08/2017

Sport



Moreno Pesce ha 41 anni, è nato a Noale e vive ad Auronzo di Cadore, nel Bellunese. Moreno Pesce è un’atleta, uno sportivo, un appassionato, e la sua storia mi racconta molto, della forza che le persone sanno trovare, quando forse meno se lo aspettano, della tenacia e della bellezza della vita. Nel 1997 Moreno stava tornando in moto dalla montagna quando rimase coinvolto in un incidente stradale, in seguito al quale gli venne amputata la gamba sinistra. Grazie a una protesi in fibra di carbonio e titanio, è diventato una celebrità nel mondo del trail e delle vertical race, due specialità a stretto contatto con la natura, in cui non bisogna temere fatica e imprevisti.

Nel 2016 e 2017 ha partecipato al circuito Vertical Up, prove in cui alla salita si aggiunge la neve. L’anno scorso ha provato il terzo vertical per difficoltà al mondo, quello di Fully in Svizzera (1920 metri di sviluppo per 1000 di dislivello). Imprese incredibili, che raccontano una forza e una passione rare e preziose, che mi hanno colpito e emozionato.

“Tutti possono a loro modo. Spero che a queste gare ci sia più spazio per le persone con disabilità che vogliono provare a raggiungere un loro traguardo. Da normodotato, non avrei mai pensato a tutto quanto sto vivendo ora. Avevo timore dell’alpinismo. Ne ero affascinato, ma non ho mai osato. Un saggio e paziente Lio De Nes (la sua guida alpina, ndr) mi ha preso per mano e mi ha portato verso questo nuovo obiettivo. Non dico sia stato facile “fidarmi” della corda con 70 m di vuoto sotto, ma comunque, anche questa sfida si è materializzata in un pianto liberatorio al mio arrivo in cima al Monte Paterno, dopo molti test conoscitivi verso questo nuovo mondo. Non ci resta che continuare a far passare quella fune dentro al moschettone. La fune che dà sicurezza e che ti aiuta se dall’altra parte trovi una mano tesa verso di te” – ha raccontato Moreno alla Gazzetta – “Provateci. Riscopritevi camminatori e sognatori secondo i vostri ideali. Il tempo non conta. Non serve correre, basta camminare per star bene“. E questo è un grande insegnamento.

Ho letto anche che Moreno ha sempre amato la montagna: rocce, boschi, terra, rumori… magia. Credo che l’amore per essa sia capace di instillare forza in una persona già determinata e appassionata e che ha dovuto ridisegnare la propria vita scoprendone probabilmente le infinite risorse e riuscendo a parlare oggi di sfida, felicità, adrenalina… ma anche di pazzia, nella giusta dose per affrontare con coraggio la vita.