Categories: Economia

Le strade d’Europa a prova di smartphone

Una frenata improvvisa. Il clacson che suona. L’automobilista impreca dietro il parabrezza come da dentro un acquario. Il pedone non lo sente e attraversa assorto. È sulle strisce, ma cammina sulle nuvole.  Ascolta la musica, o forse un audiomessaggio attraverso gli auricolari, che scompaiono dentro le orecchie. Gli occhi incollati allo schermo. Così attraversa: assorto. Alzi la mano a chi non è mai successo di essere da una o dall’altra parte del parabrezza.  Capita così spesso che in Germania hanno coniato il neologismo: Smombie. Sarebbe smartophone più zombie. Quell’incedere cieco e lento dei morti viventi, frutto della fantasia, è uguale a quello del pedone rapito dal suo schermo tascabile. Con lo sguardo basso sul telefonino, ciò che capita intorno a lui resta sullo sfondo e non è più degno della minima attenzione.  Il pedone insegue un immaginario pifferaio magico che lo porterà a destinazione incurante di tutto ciò che si trova sul suo cammino. È cronaca anche in Italia quella di incidenti causati dalla distrazione da smartphone. Una vera minaccia alla sicurezza sulle strade.  Secondo il centro studi tedesco Dekra che si occupa di sicurezza, citato dal the Guardian, il 17% dei pedoni su un campione di 14 mila nelle principali città Europee utilizzano lo smartphone mentre camminano per strada, la maggior parte ha un’età compresa tra i 25 e i 35 anni.

Mentre negli Stati Uniti il problema è stato affrontato con il vecchio sistema punitivo – multe fino a 50 dollari per chi cammina mentre “messaggia” sul telefonino – in Europa la municipalità di Augusta in Baviera ha deciso di risolverlo inventando il semaforo a terra. Ha installato in via sperimentale luci a led nell’asfalto, file in parallelo al cordolo del marciapiede che funzionano appunto come un semaforo. Il rosso è visibile sull’asfalto per arrestare la tipica camminata distratta e a occhi bassi dello smombie.  A Monaco sono in sperimentazione degli speciali segnali luminosi, sempre nell’asfalto, capaci addirittura di dialogare con lo smartphone, inviando un segnale d’allarme attraverso un’app corrispondente.

Ora resta da sperare che dall’altra parte del parabrezza, dentro l’auto, lo smartphone, almeno lì, sia in tasca.

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