Nonostante i pochi milioni di abitanti, in Libano sono riconosciute ufficialmente diciotto diverse confessioni religiose. Un piccolo paese che è un incredibile incrocio di culture, storie, identità. I ragazzi del team Design di Fabrica, in Libano per il progetto “Fabrica goes Lebanese”, mi scrivono a proposito di Tawlet, un ristorante molto particolare nel cuore di Beirut, dove il cibo diventa ogni giorno un ponte verso l’altro.
Tra i tanti luoghi del Libano dove abbiamo respirato una forte aria di apertura e rinnovamento, c’è senza dubbio anche Tawlet, un ristorante a chilometro zero davvero unico nel suo genere. Aperto da alcuni anni a Beirut, Tawlet è un microcosmo gastronomico, dove ogni giorno è possibile sperimentare piatti nuovi, cucinati da un cuoco diverso, che propone ai clienti del ristorante le specialità della propria tradizione regionale libanese.
Ci sono quasi venticinque cuochi diversi che si alternano ai fornelli. A volte preparano a casa i cibi più complicati, ma perlopiù i piatti vengono cucinati qui, sempre però utilizzando prodotti coltivati direttamente nei luoghi di provenienza. Una cucina organica che è anche un modo per scoprire, comunicare e valorizzare le tante tradizioni locali che popolano questo paese straordinario.
Il ristorante è solo una delle attività del gruppo Soukel Tayeb, che da qualche anno promuove iniziative per la salvaguardia delle tradizioni culinarie regionali e la difesa della produzione agricola locale. Tawlet, insomma, è molto più di un ristorante.
È un esempio positivo di come valorizzare le tradizioni in un mondo sempre più veloce e globalizzato. Ma è anche, e soprattutto, un modo per gettare ponti, in un paese dalle mille storie e identità.
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