La crisi cambia? Cambiamo le regole

01/08/2012

Economia



Anche la Cina sta rallentando. La crescita del paese asiatico nel secondo trimestre del 2012 – pur restando altissima se paragonata a quella dei Paesi europei – è scesa al 7,6% rispetto allo stesso periodo del 2011, contro il +9,5% di un anno prima.

Ecco perché Christine Lagarde, direttore del Fondo monetario internazionale (ne ho parlato qui) qualche giorno fa ci aveva informati che la crisi stava cambiando pelle ancora una volta e che stava coinvolgendo anche le economie emergenti, i cosiddetti Bric (Brasile, Russia, India, Cina), che ci avevano abituati ad anni di crescita costante.

Ricapitoliamo: l’attuale recessione economica era partita nel 2008 dagli Stati Uniti, in seguito a un uso sregolato di strumenti finanziari opachi e pericolosi e all’esplosione della bolla del debito privato sul mercato immobiliare. Poi aveva cambiato continente e tipologia: nell’ultimo anno sono stati i debiti sovrani europei a finire nell’occhio del ciclone. Ora sembra che la “malattia” si stia lentamente trasmettendo, sotto altre forme, anche all’Asia e in generale alle economie finora immuni.

D’altronde non bisogna essere economisti per capire che in un mondo globalizzato i legami di interdipendenza tra le varie economie sono diventati sempre più stretti, e che è sempre più difficile localizzare e delimitare gli effetti di possibili shock economici e finanziari. Come cerco di fare spesso, però, voglio vedere anche un lato positivo in questa fase così difficile.

Credo che le difficoltà economiche di questi tempi possano essere l’occasione per creare una maggiore collaborazione tra i paesi di tutto il mondo: che gli effetti ricadano su un paese o su un altro, infatti, fa poca differenza, poiché le conseguenze, come vediamo, si ripercuotono a livello globale. È sempre più urgente, invece, un dialogo tra i governi di tutto il mondo per concordare le strategie, per creare nuove regole più adatte ai tempi e, in definitiva, per uscire insieme dalla crisi. L’emergenza, come spesso accade, potrebbe portarci a vincere le resistenze e ad accelerare nel cambiamento.