Gesti simbolici contro l’odio

21/11/2012

Filosofia



Negli ultimi giorni il conflitto israelo-palestinese si è infiammato di nuovo. Altri morti – purtroppo tra le vittime ci sono anche bambini – si sono andati ad aggiungere a una macabra lista che sembra non chiudersi mai.

È un conflitto che si trascina da decenni senza trovare una soluzione, e che si combatte non solo con le armi, ma anche con la propaganda, con le ideologie, con la memoria, purtroppo talvolta anche con le religioni. Per questo credo sia importante, proprio in giorni come questi, raccontare le storie di chi si oppone, anche con piccoli gesti, ai rancori che hanno finito per penetrare in ogni aspetto della vita di queste popolazioni.

Tra queste storie, c’è senza dubbio quella di Mejdi Tours, una singolare agenzia viaggi, che a suo modo tenta di contribuire alla causa della pace e del non odio. Chi si rivolge a Mejdi Tours ha la possibilità di esplorare i territori in compagnia di due guide turistiche, una israeliana e una palestinese, che raccontano ai viaggiatori la città di Gerusalemme tentando di favorire la comprensione delle due culture.

Le guide raccontano le storie, anche private, di persone reali; raccontano la cultura, la letteratura, le tradizioni dei luoghi visitati. Raccontano, in una parola, la vita, in tutto il suo valore non negoziabile, al di là degli odi e delle ragioni contrapposte. Una piccola grande battaglia contro l’intolleranza. Simbolica, certo, ma non per questo meno importante.