Un rating di cui vale la pena parlare

23/03/2012

Economia



Negli ultimi mesi si è spesso parlato di agenzie di rating. In Europa in particolare, la discussione si è fatta particolarmente accesa quando, nel giro di un paio di giorni, Standard & Poor’s declassò il debito pubblico di molti paesi europei, inclusa l’Italia.

In quei giorni, alcuni hanno accolto questo downgrade come l’ennesima tegola per il nostro Paese, altri hanno contestato la tempestività della decisione, altri ancora ne hanno sminuito la rilevanza. Personalmente – e lo dico non a caso oggi, a bocce ferme – credo che tali rating andrebbero presi per quello che sono: opinioni, documentate, su opportunità di investimento in obbligazioni emesse da uno Stato.

Detto questo, mi sembra quasi più interessante soffermarsi su un altro rating, uscito negli stessi giorni ma di cui quasi nessuno sembra essersi accorto: l’Index of Economic Freedom 2012, elaborato da Heritage Foundation in collaborazione con il Wall Street Journal.

Si tratta di un giudizio sullo stato della libertà economica nei 184 paesi monitorati: attraverso indicatori come la corruzione, la tutela del commercio, la protezione della proprietà, questo indice misura quanto gli Stati riescano a mantenere un livello di libertà economica che faciliti la vita di cittadini e imprese. Consiglio caldamente una visita al sito, che è fatto molto bene ed è quasi divertente per le innumerevoli possibilità di consultazione e di comparazione che offre.

Il 92esimo posto del nostro Paese non è certo lusinghiero. Tuttavia intravedo un elemento positivo: molti dei problemi evidenziati riecheggiano le questioni al centro del dibattito economico e politico in questo periodo; segno, se non altro, che l’Italia è conscia dei problemi e sta provando a superarli. Appuntamento fra un anno allora: ai primi giorni del 2013, con la speranza di ritrovarci un po’ più in alto in quella classifica, meno nota ma non per questo meno importante.