Storia di Kano, la ex start up per i piccoli programmatori

25/10/2017

Economia



Una scatola colorata contiene cavi, microchip, tastiera, fili e pannelli di cartone, un libretto di istruzioni semplice e pieno di figure. È il kit di Kano per il computer fai da te.  Si monta come i mattoncini del Lego e poi si programma. E qui viene il bello: perché ogni applicazione a questo punto è possibile. Tutto sta nella creatività delle mani in cui finisce il kit.  I bambini la aprono, ci giocano, maneggiano i pezzi, chi guarda le istruzioni, chi fa di testa propria. E poi comincia l’avventura. Mai altre generazioni sono state così esposte, come quella attuale, ai pc dell’era post lavorativa: device perfetti, patinati e programmati per svolgere velocemente tutte le operazioni possibili, con interfaccia intuitivo e semplice. Tutto ci viene proposto già codificato, come in un percorso guidato e obbligato. Eppure non sappiamo nulla di come funzionino. Un gap che aleggia sulle nostre esistenze super connesse e che Alex Klein ex giornalista britannico ha voluto colmare nel 2013.

Tutto nasce da una conversazione con un bambino di sei anni che a tutti i costi voleva costruirsi un pc partendo dalla scheda elettronica Raspberry Pi. Si tratta del dispositivo nato dall’omonima fondazione che si pone come obiettivo quello di diffondere e promuovere lo studio dell’informatica a livello scolastico con un approccio divertente. Alex insieme al fratello Saul e l’imprenditore israeliano Yonatan Raz-Fridman studia una soluzione e progetta il kit perché chiunque, anche un bambino di sei anni, possa costruirsi il proprio computer.  Il progetto raccoglie fondi su Kickstarter e nel giro di un anno il kit viene spedito agli aderenti del crowdfunding in 86 paesi. Un gruppo di bambine in Kosovo utilizza il computer kit per far funzionare dei pannelli solari, dei teenager di Sierra Leone sfruttano il kit per realizzare la propria stazione radio. Nel 2015 i fratelli Klein coinvolgono finanziatori istituzionali, venture capitalist come Jim Breyer, il primo venture capitalist ad investire in Facebook e Pinterest: raccolgono 15 milioni di dollari. Il kit arriva sul mercato di massa nel 2017, oltre al Kano Kit, viene lanciato il Pixel Kit un computer con lucine colorate, che guidano in modo creativo l’apprendimento del coding, come mostra un divertente video postato da Bloomberg news. È anche meno caro: circa 150 dollari. Kano sviluppa l’ecosistema Kanoworld, una banca dati aperta di oltre 160.000 applicazioni create dagli stessi utilizzatori del kit. Perché una volta montato il kit libera la creatività informatica, l’immaginazione diventa programmazione.

“Vogliamo contribuire” spiegano gli imprenditori a Newsweek, a creare una generazione di cittadini del ventunesimo secolo più consapevoli e capaci…”

La programmazione come linguaggio universale del futuro, più semplice e accessibile, per tutti. Una bella sfida da costruire fai da te, come il Lego.