Quanto costa un’alimentazione sana?

01/09/2015

Economia



“Siamo quello che mangiamo” diceva il filosofo Feuerbach, e da sempre sono convinto che non abbia tutti i torti: anzi, il modo in cui ci alimentiamo influenza moltissimo la nostra vita, il nostro umore, la nostra salute. Ho letto quindi con grande interesse il report “The rising cost of an healthy diet”, diffuso dall’ODI, un think tank britannico specializzato in ricerche sui Paesi emergenti. Che svela come, purtroppo, quattro delle principali economie sulla rampa di lancio del pianeta abbiano imparato molto in fretta le “nostre” – in realtà più del mondo anglosassone che dell’Italia… – cattive abitudini a tavola.

I ricercatori hanno preso in esame Cina, Brasile, Messico e Corea del Sud, mettendole a confronto con Stati Uniti e Regno Unito, individuando alcuni trend comuni. Il più importante, che dovrebbe far suonare il campanello d’allarme, è relativo alla salita di prezzo dei cibi sani, confrontato alla discesa del prezzo dei cibi spazzatura. Pensate che in Cina il prezzo in termini reali della verdura è raddoppiato nel corso degli ultimi vent’anni: e se frutta e verdura costano più del junk food, chi ha poca disponibilità economica sceglierà sempre il junk food.

Le conseguenze di questo trend? Decisamente rilevanti, soprattutto per quel che riguarda l’impatto sulla salute: in Brasile i casi di obesità sono triplicati dal 1980 a oggi, passando da 33 a 90 milioni di individui. Nel 2014 il Messico ha cercato di correre ai ripari con una “junk food tax” e anche lo studio dell’ODI sostiene che una tassazione sul cibo spazzatura abbinata a sgravi sui cibi più sani possa dissuadere molti dall’acquisto. È possibile, anche se resto convinto che la chiave per far crescere i nostri ragazzi con un’alimentazione sana passi dall’educazione: e da quello che per primi noi adulti mettiamo in tavola.