Gli sport di squadra… sono sport di squadra

28/01/2013

Sport



Lo ammetto, non sono mai stato un amante del calcio. Anzi, ho sempre imputato a questo sport l’imperdonabile colpa di mettere in ombra, specialmente in Italia – paese particolarmente “calciomane” –, molte altre discipline di cui sono appassionato, a partire naturalmente dallo sci. A dirla tutta, nella mia vita ho quasi sempre preferito gli sport individuali, forse perché, più degli altri, consentono di darsi ogni volta nuovi obiettivi.

Eppure, da quando mio figlio Tobias ha cominciato a giocare a pallone, ho iniziato – anche tirando maldestramente qualche calcio in giardino – a giudicare questo sport con un occhio diverso, a rivalutarlo, e ho scoperto uno sport che si regge anzitutto sulla collaborazione, sul sacrificio e sulla disponibilità del singolo all’interno di un gruppo. Anche se siamo abituati (tutti: giornalisti, tifosi e semplici papà) a giudicarlo come se fosse una disciplina individuale, esaltando le abilità dei singoli e i “divi” da copertina, è uno di quegli sport che dovrebbero essere sempre valutati nella loro complessità, apprezzando i valori positivi che li caratterizzano.

A questo proposito, vorrei citare un recente episodio che riguarda un altro sport di squadra, e che viene dal campionato NBA, che seguo con interesse. LeBron James è stato da poco nominato “Atleta dell’anno” da Sports Illustrated. Da molti anni LeBron era considerato il giocatore più talentuoso, ma non il più simpatico, né il più vincente. A partire dalla scorsa stagione, invece, si è messo a disposizione della squadra rinunciando a qualche giocata individuale di troppo, ha asciugato il proprio fisico e ha deciso di essere un vero leader, in campo e fuori. Solo così è riuscito a conquistare il primo titolo NBA con la maglia dei Miami Heat e l’oro olimpico.

Anche nello sport, insomma, conta il “contesto”: un singolo da solo non conquista i trofei. Ed è all’interno di un gruppo che si può realmente fare la differenza.