Dove è meglio nascere? Non dove l’economia cresce di più

01/02/2013

Economia



L’Economist si è posto una domanda che trovo rivoluzionaria nella sua semplicità: qual è il miglior paese dove nascere oggi? Per rispondere, il magazine ha considerato diversi indicatori: indici economici, certo, come il reddito medio e il tasso di disoccupazione; ma anche fattori sociali come, per esempio, il rispetto per l’ambiente, la qualità dell’istruzione, il sistema sanitario.

La classifica, apparentemente, non riserva molte sorprese. Al primo posto c’è la Svizzera, seguita dall’Australia e da tre stati scandinavi, Norvegia, Svezia e Danimarca. Mi incuriosisce invece la posizione occupata dai paesi emergenti, i nuovi giganti dell’economia come la Cina, che si trovano tutti nella seconda metà della graduatoria. Addirittura, all’ultimo posto tra i paesi presi in esame c’è la Nigeria, che avevo citato qui tra gli stati a più alto livello di crescita nel decennio 2001-2010.

Come ho detto anche recentemente, la crescita è un obiettivo fondamentale, soprattutto in un periodo in cui la crisi sembra mettere seriamente in discussione la nostra idea di benessere. Tuttavia la crescita non deve diventare fine a se stessa. Il benessere è un prodotto complesso, frutto di un percorso fatto non solo di forza economica. Molti di questi paesi emergenti sono solo all’inizio di questo percorso, e l’alto tasso di crescita che li caratterizza è legato alla costruzione di grandi infrastrutture come strade, porti, reti telefoniche, ferrovie. Prima che tutto ciò si traduca in qualità della vita per tutti i cittadini occorrono tempo, stabilità e, soprattutto, democrazia.