Dove è più bello andare in bici? Non in Italia, purtroppo

20/06/2013

Economia



Andare in bici è anzitutto una scelta ecologica. Silenziosa, pulita, poco ingombrante: la bicicletta è per tutti il simbolo di una mobilità sostenibile, ma anche di un modo diverso di intendere la vita nelle città. Personalmente, ho sempre avuto una passione particolare per gli sport all’aria aperta, da praticare a contatto con la natura, e la bicicletta rientra certamente tra questi.

Anche per questo ho letto con grande curiosità la classifica delle dieci città più bike-friendly del mondo, uscita poche settimane fa. Al primo posto c’è Amsterdam, con i suoi 500 chilometri di piste ciclabili, dove la bici è il mezzo più utilizzato. Seguono poi (com’era prevedibile) altre città del Nord Europa, tra cui Copenaghen e Berlino, che, nonostante il clima poco favorevole, hanno investito molto nelle due ruote. E qualche bella sorpresa inizia ad affacciarsi anche più a sud: Barcellona, per esempio, ha sviluppato uno dei migliori sistemi di bike-sharing al mondo.

Dell’Italia, come avrete capito, non c’è traccia. Peccato: perché la scarsa attenzione riservata alle biciclette nel nostro paese è una grande occasione persa, per molti motivi. Innanzitutto perché la bici è il mezzo ideale per immergersi nei nostri centri storici, grande ricchezza italiana. E poi perché lo sviluppo della mobilità sostenibile porterebbe un miglioramento della qualità dell’aria e, in generale, della vita.

Ma i vantaggi, a ben vedere, non sarebbero solo ambientali: secondo uno studio del dipartimento dei trasporti di New York, le piccole attività commerciali che sorgono nei quartieri in cui sono nate nuove piste ciclabili hanno avuto un incremento medio del 50% delle vendite. Non è abbastanza per decidere di adeguarci ai modelli più virtuosi?