Beirut, capitale del multiculturalismo. Dove il futuro è nelle mani dei giovani

18/02/2013

Filosofia



Sam Baron è in questi giorni in Libano insieme al team Design di Fabrica per il progetto “Fabrica Goes Lebanese”. Lo ringrazio per aver voluto condividere sul mio blog le sue impressioni su Beirut, affascinante città ricca di storie e diversità, e dove i veri protagonisti sono i giovani.

Quello che colpisce di Beirut sono soprattutto i suoi forti contrasti, tra i quali sembra rimbombare la storia travagliata di tutto il Medio Oriente. Il primo che salta all’occhio è quello tra le vecchie facciate tempestate di proiettili e la “grandeur” della città nuova, lampeggiante di opere progettate da giovani architetti.

Le piccole botteghe di strada, contrapposte alla magnificenza dei palazzi, evidenziano come questa città sia composta da strati diversi che coesistono e interagiscono in modo fluido. Religioni e culture convivono in una routine caotica – come raccontano eloquentemente anche i cartelli stradali: scritti in tre lingue diverse (arabo, armeno, francese), ma tutti orientati nella stessa direzione.

Questo “miscuglio” è fatto di rispetto, civiltà e tolleranza, e trasmette un’inconfondibile energia. Ciò si avverte soprattutto nelle librerie, nei ristoranti etnici e multiculturali, negli studi di design, negli showroom di moda, dove il futuro è oggi una pagina bianca nelle mani dei giovani, i veri protagonisti del rinnovamento culturale del Libano.

L’ospitalità e la generosità di questo piccolo paese sono il ricordo che resta più impresso a chi lo visita. La gioia di vivere, la capacità di trovare soluzioni e di far accadere le cose dimostrano quanto l’energia delle persone possa essere più forte della politica e dei governi.

Qui una gallery di foto scattate dal team design di Fabrica.