A San Francisco nasce l’università del futuro

15/11/2013

Filosofia



Qualche mese fa, come raccontavo qui, Lawrence Summers, ex rettore dell’università di Harvard, metteva in discussione l’attualità del modello di insegnamento universitario cosiddetto “frontale”, cioè basato su un insegnante e una classe. Oggi Summers è passato dalle parole ai fatti, ed è ispiratore di un’iniziativa di cui si sta parlando molto: il progetto Minerva, che l’imprenditore Ben Nelson ha lanciato, anche con l’investimento di un fondo, a San Francisco.

Minerva non punta “soltanto” a diventare l’università più prestigiosa del mondo, ma a mettere in pratica molti dei principi che da tempo Summers predica: utilizzo delle tecnologie, dibattito piuttosto che lezione frontale, analisi anziché memorizzazione. Questa università così “speciale” accetterà soltanto studenti con potenziale e motivazioni eccezionali, i quali dopo un anno a San Francisco ne trascorreranno altri tre in altre  metropoli del mondo per ampliare le loro conoscenze, linguistiche, culturali, sociali. A tenere i corsi saranno docenti di grande prestigio, schierati a favore dei metodi di apprendimento più innovativi.

Non sono in grado di dare un giudizio tecnico, ovviamente. Ma la sfida di Minerva mi affascina, perché credo abbia il merito di aprire un dibattito concreto e non solo teorico sull’istruzione.

Mi piace pensare che le prossime generazioni abbiano a disposizione modelli di istruzione alternativi nei quali competenze ed esperienze si affianchino alle nozioni. Oggi le informazioni sono a disposizione di tutti. Ma per il domani servono pensatori critici e leader globali, che queste informazioni sappiano usarle con eclettismo e capacità analitica.